Perché Cafu quasi non si unì al Milan e il fratello “più talentuoso” perse l’occasione

Perché Cafu quasi non si unì al Milan e il fratello “più talentuoso” perse l’occasione

Cafu, considerato uno dei più grandi terzini destri della storia del calcio, ha avuto una carriera leggendaria, culminata con i successi al Milan e con la Nazionale brasiliana. Tuttavia, la sua strada verso la gloria con il club rossonero non fu semplice, e ci fu un momento in cui il trasferimento al Milan sembrava destinato a fallire. Ancora più sorprendente, però, è la storia di suo fratello minore, che molti ritenevano persino più talentuoso di Cafu, ma che non riuscì mai a sfondare nel calcio internazionale.

Nel 2003, dopo aver trascorso cinque anni alla Roma, Cafu era in cerca di una nuova avventura. Il Milan era interessato a portarlo a San Siro, ma il trasferimento rischiò di non concretizzarsi a causa di complicazioni contrattuali e dubbi sul suo stato fisico. All’epoca, Cafu aveva già 33 anni, un’età in cui molti giocatori cominciavano a considerare il ritiro o il passaggio a campionati meno competitivi.

In un’intervista, Cafu ha rivelato che il suo trasferimento al Milan fu quasi bloccato: “Ci furono momenti in cui pensavo che non sarebbe successo. Il Milan era preoccupato per la mia età e per le mie condizioni fisiche, e c’erano offerte da altri club che stavano avanzando.” Tuttavia, il Milan decise di scommettere su di lui, un investimento che si rivelò vincente. Cafu divenne una pedina fondamentale nella squadra di Carlo Ancelotti, contribuendo a numerosi trofei, tra cui una Champions League nel 2007.

Mentre Cafu continuava la sua ascesa nel calcio mondiale, c’era un altro giocatore nella sua famiglia che suscitava grande interesse: il fratello minore, **Cleidson Rodrigues**, noto come “Cafuringa”. Secondo molti allenatori brasiliani dell’epoca, Cafuringa era considerato ancora più talentuoso del fratello maggiore. Era rapido, tecnicamente dotato e in grado di giocare in diverse posizioni, ma la sua carriera non prese mai il volo come quella di Cafu.

Cafu ha parlato spesso di suo fratello in varie interviste, lodando le sue abilità. “Cafuringa aveva più talento di me, senza dubbio. Era incredibile vedere quello che poteva fare con il pallone, ma a volte nel calcio il talento non basta,” ha dichiarato Cafu. Nonostante il potenziale, il fratello non riuscì mai a imporsi a livello professionistico, e le ragioni della sua mancata esplosione rimangono in parte un mistero. Alcuni attribuiscono la sua sfortuna a una serie di infortuni, altri a una mancanza di disciplina o di opportunità adeguate.

Le carriere di Cafu e suo fratello rappresentano un esempio di come, nel calcio, non sempre il talento naturale sia sufficiente. Cafu, pur non essendo considerato il più dotato tra i due, ha costruito la sua carriera su una combinazione di determinazione, professionalità e duro lavoro. Il risultato fu una carriera straordinaria, con due Coppe del Mondo, una Champions League, e una serie di titoli nazionali e internazionali.

Il fratello Cafuringa, invece, non è riuscito a sfondare, un destino comune a molti giovani promettenti che, per varie ragioni, non riescono a raggiungere i vertici del calcio. Tuttavia, Cafu non ha mai nascosto l’orgoglio per suo fratello, sottolineando quanto il calcio possa essere imprevedibile e quanto sia importante il contesto, oltre al talento puro.

La storia di Cafu e di suo fratello ci ricorda che il successo nel calcio non è mai garantito, nemmeno per i giocatori più talentuosi. Per Cafu, il trasferimento al Milan fu un punto di svolta che rischiò di non concretizzarsi, ma grazie alla sua determinazione e alla fiducia del club rossonero, riuscì a scrivere il suo nome nella storia del calcio. Dall’altra parte, il fratello Cafuringa, considerato da molti più talentuoso, non ebbe la stessa fortuna, dimostrando che il calcio è tanto una questione di opportunità e circostanze quanto di abilità.

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